La Storia

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2013. Nasce l’Osservatorio provinciale sulla criminalità organizzata, un progetto permanente di conoscenza e approfondimento dei fenomeni di criminalità organizzata nel territorio riminese e di promozione e diffusione della cultura della legalità in attuazione degli obiettivi previsti dall’art. 7 della Legge Regionale Emilia Romagna n. 18 del 28/10/2016 (Testo Unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili).

I Comuni della Riviera di Rimini hanno messo in atto sin dall’inizio attività ed iniziative sul territorio con l’obiettivo di divulgare la consapevolezza e conoscenza del fenomeno, con alcuni chiari messaggi, primo fra i quali: con la criminalità non ci si arricchisce, ma si impoverisce un intero territorio.

E’ uno strumento cognitivo che si dedica ad attività di studio, divulgazione e sensibilizzazione sul tema dell’infiltrazione della criminalità organizzata, sempre con l’obiettivo della prevenzione dei fenomeni, anche promuovendo presso gli amministratori e gli operatori economici azioni di monitoraggio e sinergie con particolare riferimento a:

  • il comparto turistico-alberghiero
  • l’osservazione analitica delle acquisizioni e dei passaggi di proprietà di ristoranti, alberghi, esercizi commerciali.

Nel 2013 è stato sottoscritto il “Protocollo per la legalità e lo sviluppo del settore ricettivo-alberghiero” ( da linkare dalla pagina protocolli) tra la Prefettura UTG di Rimini, i Comuni della Riviera di Rimini, la CCIAA, la Federalberghi, l’AIA e gli Ordini Professionali provinciali.

Il protocollo, rinnovato nel 2020, ha consentito alle Forze dell’Ordine e alla D.I.A. di acquisire elementi di interesse per le attività di competenza. – gli appalti pubblici e privati e l’acquisizione di immobili – il settore dei lavori pubblici è da tempo all’attenzione delle Istituzioni per le forti esposizioni al pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata e per l’interesse verso il settore dell’edilizia registrato da parte delle organizzazioni criminali;

  •  i centri scommesse, slot, compro oro, tabacchi
  • attraverso il monitoraggio e la sensibilizzazione, riconoscendo i rischi connessi al gioco d’azzardo e le norme poste a garanzia della trasparenza, dell’ordine pubblico e della sicurezza, della salute dei giocatori, della protezione dei minori e delle fasce adulte più deboli, contemperando gli interessi privati dei concessionari con i prevalenti interessi pubblici.

Si fa riferimento altresì alla delibera (da linkare) della Regione Emilia Romagna che prevede una serie di divieti e prescrizioni applicati sia alle nuove aperture sia alle sale giochi e sale scommesse già in esercizio;

  • la collaborazione con la Repubblica di San Marino
  • la contiguità tra i due Paesi rende imprescindibile una collaborazione allo scopo di prevenire e contrastare i fenomeni malavitosi.
A tale proposito nel giugno 2017 si è svolta una riunione congiunta tra la Commissione Antimafia italiana e la omologa commissione sammarinese per approfondire la conoscenza e le modalità di intervento nei due territori;
 – la collaborazione con Associazioni di Categoria e Ordini Professionali – con particolare riferimento ad avvocati, commercialisti, notai, le professioni cioè che potrebbero fungere da porta d’accesso di capitali e attività illecite, i cosiddetti “uomini cerniera”;
 – impegno nella formazione, a carattere permanente, indirizzato al personale degli enti locali, teso alla promozione delle regole ed all’incremento della trasparenza e dell’efficacia nell’azione amministrativa. 
Nell’ambito delle azioni intraprese per rafforzare le politiche di sostegno alle “buone pratiche locali” e rendere maggiormente efficaci le misure di lotta ai fenomeni corruttivi. 
La conoscenza dei fenomeni che si sta sviluppando all’interno dell’Osservatorio permette di dare una informazione documentata sul fenomeno, rendendo disponibili in modo ordinato e consultabile i libri sulle mafie, gli studi, gli atti giudiziari e la rassegna stampa. L’intento è sostenere lo sviluppo di una coscienza critica e responsabile tra i cittadini, gli amministratori, le categorie economiche, allo scopo di rendere coeso il tessuto sociale ed economico del territorio, promuovere la cultura della legalità e incentivare la formazione di anticorpi “sociali”. 
Una condivisione e scambio di saperi, integrazione delle azioni, un sistema di rete basato sulla consapevolezza dell’esistenza del fenomeno della criminalità organizzata, sulla conoscenza delle modalità con le quali si inserisce nel tessuto sociale ed economico e sull’individuazione di elementi anomali o “campanelli d’allarme” che possono prevenire il dilagare di situazioni criminali, nel sapere valutare i “reati spia”.  

La Storia

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L’Emilia Romagna, in quanto terra ricca e generosa, è particolarmente attrattiva per il riciclaggio di capitali illeciti e l’insediamento di attività economiche gestite dalle organizzazioni criminali.
L’origine dell’incontro tra le mafie e la nostra regione si fa simbolicamente risalire all’inizio degli anni ‘80 con l’arrivo di numerosi sorvegliati speciali sul territorio, come Giacomo Riina, zio di Salvatore Riina. Ma la consapevolezza del fenomeno esige conoscenza e studio e solo negli anni ’90 si registrano alcune esperienze significative di analisi e divulgazione.
Nel 1991 i giovani di un gruppo politico locale decisero di approfondire il tema, verificando nomi e residenze, recuperando articoli giornalistici e visure camerali, ricostruendo per la prima volta il complesso mosaico delle reti criminali che giungevano e si sviluppavano nella Provincia di Rimini.
Il documentario, dal titolo emblematico “Inquieto Vivere”, fece emergere importanti dati sulla presenza di esponenti della mafia, camorra e della ‘ndrangheta nei comuni riminesi, ebbe un riscontro dirompente e certamente contribuì ad una prima e significativa presa di coscienza del fenomeno tra i cittadini riminesi.
Ma la vocazione turistica del territorio, le specificità proprie del contesto, il sopravvenire di altre priorità hanno per lungo tempo contribuito a mantenere sotto traccia la presenza della criminalità organizzata, la quale nel frattempo si è radicata investendo denari in diversi comparti economici.
In questo senso la Provincia di Rimini si configura quale vero e proprio studio di caso per le caratteristiche proprie del territorio tra le quali si segnalano:
  • la trasformazione estiva in metropoli complessa, con circa un milione di presenze, che implica problematiche relative al controllo dei fenomeni di illegalità diffusa (ordine pubblico, pubblica sicurezza, frodi, abusivismo o commerciale ecc.)
  • la vivacità imprenditoriale nel settore turistico-ricettivo e del divertimento notturno contraddistinto da una piccola e media impresa diffusa, un’ingente produzione di ricchezza, oltre ventimila addetti
  • un rilevante utilizzo di contante con particolare riferimento alle banconote da 500 euro e elevato numero di istituti bancari rispetto alla popolazione residente: “Rimini città delle banche” il dossier sull’economia della Camera di Commercio di Rimini mostra che la provincia di Rimini ospita una forte presenza di sportelli bancari rispetto sia alla popolazione residente che al totale delle imprese, dati confermati anche da un’analisi resa nota da UniCredit Banca che rileva che la densità di sportelli bancari a Rimini supera quella del capoluogo lombardo
  • la contiguità con uno Stato estero extra-UE a fiscalità agevolata, privo di barriere doganali e con diversa trasparenza bancaria e finanziaria
  • Se per anni, a livello politico, vi è stata una sottovalutazione del fenomeno – forse dovuta anche a rari episodi di violenza intimidatrice e al tentativo di limitare i danni all’immagine della Città – la giustizia ha inevitabilmente fatto il proprio corso portando, negli ultimi 6/7 anni, alla ribalta della cronaca indizi di reato e piste di indagine che registrano la presenza in Romagna di criminalità organizzata di diversa matrice (Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita, mafia albanese ecc).
    Anche la stampa nazionale si è occupata di queste vicende e, come per la cronaca locale, si sono succeduti nel tempo titoli che rimandavano ad una presunta “certificazione” della presenza mafiosa nel territorio romagnolo.
    La presenza della criminalità organizzata nella riviera di Rimini.

    L’area riminese convive da oltre quarant’anni con la presenza della criminalità organizzata.
    I rapporti della DIA e della Guardia di Finanza descrivono che nel territorio della provincia di Rimini sono attivi i Vrenna – Bonaventura. L’organizzazione ‘ndranghetista opera anche attraverso gli alleati Masellis – Lentini, nel controllo del gioco d’azzardo, l’usura, le estorsioni e il traffico di sostanze stupefacenti. Sono presenti anche i Pompeo di Capo Rizzuto, gli Ursino di Gioiosa Jonica (RC) e i Muto. È molto forte e radicata la presenza della camorra con i clan D’Alessandro, Di Martino – Afeltra, Vallefuoco di Brusciano (NA), Mariniello di Acerra (NA) e dei casalesi. Sono presenti soggetti della sacra corona unita e anche del clan mafioso catanese dei Laudani. E’ stata riscontrata la presenza della mafia russa, albanese e romena.
    La ricchezza che caratterizza il territorio diviene d’attrattiva per le organizzazioni criminali che, sempre più, cercano di insinuarsi nelle reti cittadine del commercio e del turismo innestandosi su un tessuto sociale ed economico con le caratteristiche sopra descritte.
    La crisi economica ha certamente aggravato il quadro, aprendo all’infiltrazione di capitali di provenienza illecita attraverso l’acquisto di esercizi commerciali e strutture alberghiere e fungendo da scivolo per gli imprenditori in difficoltà verso situazioni illegali e borderline.
    Occorre, quindi, veicolare e far assimilare il messaggio che con il radicamento delle mafie tutto il territorio impoverisce.
    Economicamente, socialmente, culturalmente.
    Dal recente rapporto di Union Camere, che ha analizzato quanto le Regioni italiane siano esposte alla diffusione dell’illegalità economica e alla penetrazione della criminalità organizzata, emerge che l’Emilia Romagna è tra le regioni del Centro Nord che mostra un’evidente fragilità e sofferenza del tessuto produttivo, la Provincia di Rimini denota valori medio alti, sopra la media nazionale. In particolare Rimini si colloca ai primi posti relativamente ai reati economico-finanziari e nello specifico al riciclaggio, al traffico di droga, alla prostituzione.
    L’Osservatorio Provinciale per il monitoraggio e l’analisi dei fenomeni di illegalità collegati alla criminalità organizzata di stampo mafioso nasce a Rimini nel 2012.
    I Comuni costieri del territorio riminese hanno guardato con molto interesse al lavoro svolto, hanno partecipato e compreso l’importanza del presidio.
    Intendono sostenerne le future attività nella consapevolezza che provvedimenti e strategie non possono prescindere dalla conoscenza e dal monitoraggio del fenomeno.
    I comuni di Rimini, Riccione, Misano Adriatico, Cattolica e Bellaria Igea Marina avranno uno strumento di conoscenza in più che consentirà di pianificare politiche di prevenzione nella lotta contro la criminalità e promuovere la cultura della legalità.
    Amministrazioni Comunali non solo fruitrici ma coautrici delle iniziative, degli eventi, delle attività di divulgazione scientifica per creare una rete amministrativa consapevole e competente.
    L’Osservatorio riminese intende: sviluppare e promuovere una cultura antimafia nel territorio riminese; studiare e analizzare la presenza della criminalità organizzata nella Regione Emilia-Romagna e in provincia di Rimini; fungere da punto di riferimento per tutte quelle associazioni di volontariato che si impegnano in questo settore.
    Con la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra i Comuni della Costa della provincia di Rimini, si è inteso ragionare in termini di comunità, coinvolgendo non solo rappresentanti degli enti locali e amministratori ma anche le associazioni di categoria, i sindacati, le associazioni di volontariato, le forze dell’ordine ed i liberi cittadini.
    Gli eventi hanno proprio lo scopo di permeare la società di temi scomodi ma reali, senza eccessi né lacune.
    L’intento è sostenere lo sviluppo di una coscienza critica e responsabile tra i cittadini, gli amministratori, le categorie economiche, allo scopo di rendere coeso il tessuto sociale ed economico del territorio, promuovere la cultura della legalità e incentivare il radicamento, questo si, di anticorpi “sociali”.
    Occorre partire dalla condivisione e dallo scambio di saperi, dall’integrazione delle azioni, da un sistema di rete. Anche il semplice dialogo e confronto può ridurre sensibilmente il rischio di radicamento delle mafie.
    Le azioni di rafforzamento della prevenzione primaria sono state sottoscritte dai Sindaci della Riviera di Rimini attraverso la stipula del citato protocollo di intesa.
    La finalità del progetto è l’aumento della consapevolezza dell’esistenza del fenomeno della criminalità organizzata, la conoscenza delle modalità con le quali si inserisce nel tessuto sociale ed economico e l’individuazione di elementi anomali o “campanelli d’allarme” che possono prevenire il dilagare di situazioni criminali.