Il “caso Re Nero” scoppia nel 2008. Il nome dell’indagine nasce da un intercettazione in cui il presidente di Asset dichiarava: “sono il re del Nero”.
Il capo della squadra mobile dell’epoca riassumeva così l’indagine: “abbiamo decapitato i vertici di due istituti di credito coinvolti nel riciclaggio di denaro sporco”. I PM di Forlì che hanno condotto l’indagine ipotizzavano che tra la sede forlivese della Banca di Credito e Risparmio di Romagna ed Asset si fosse creata un’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio.
Gli indagati all’indomani dell’operazione Re Nero erano 39.
Ieri sono arrivati 19 rinvii a giudizio, tra cui il presidente di Asset Banca, Stefano Ercolani, e il Direttore Generale, Barbara Tabarrini e Stefano Venturini (all’epoca nel Cda sia della Banca di Credito e Risparmio di Romagna che di Asset Banca). I nomi di chi andrà a processo per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio si trovano su questo link. Asset tramite nota stampa, fa sapere che gli imputati potranno dimostrare la loro innocenza.
Scrive il Resto del Carlino che per 12 indagati è arrivato il non luogo a procedere: “Scagionati con formula piena: Raffaele Monti, Silvia Bianchi, Barbara Camporeale, Carlo Zaccaroni (tutti a vario titolo della Bccr); e poi Andrea, Romano, Gianluca e Roberto Moretti (soci della Gommaria spa di Cesena); Giuliano e Roberto Severi di EuroForlì immobiliare srl; Giancarlo Montemaggi di Euromobili; Romano Lucchi imprenditore di Martorano di Cesena”. Tra i patteggiamenti spicca quello di Fabrizio Neri, direttore della Banca di Credito e Risparmio di Romagna.
Secondo Romagna Noi, l’inchiesta dopo questi rinvii a giudizio si sarebbe sgonfiata, soprattutto per la “sonora bocciatura” dell’aggravante di “transnazionalità” dei reati. Sia come sia, i vertici di Asset andranno a processo con accuse pesanti a loro carico.